L’Italia è la terra in cui siamo nati noi tutti e tante delle più grandi menti e dei più straordinari artisti che la storia annoveri nelle sue molteplici e articolate sfaccettature. Come tutti i popoli abbiamo vizi e virtù. Condividiamo esperienze esaltanti e drammi sconvolgenti. C’è però una particolarità che a me sembra da approfondire rispetto all’evento che celebriamo. Nel nostro modus vivendi c’è una sorta di impercettibile e anomala coincidenza che sembra attraversare trasversalmente i secoli fino ad arrivare all’era tecnologica in cui viviamo. Credo trattasi di una questione legata al cosiddetto ultimo metro… a quella che io amo chiamare “filosofia del filo mancante“. Quando sembra che tutto sia pronto per il decollo definitivo, c’è sempre un ultimo metro di filo che, di fatto, lo impedisce. Viviamo, per intenderci, una condizione di contraddizione continua divisi tra la possibilità di chiudere finalmente la rete delle nostre interconnessioni e lo status di immobilizzazione che ci mette nella condizione di trovarci continuamente ad impattare con quei centimetri di filo che si oppongono a tutto ciò.
Il digital divide è ancora una ferita aperta, come lo è quel modo di pro- cedere, spesso irrazionale, per cui si scavano tracce sotterranee, si passano cavi, si montano centraline ma poi… ci si trova con quel piccolo finale tratto di rete che non si chiude mai!!!
OpenTLC vuole essere quel filo. Vuol essere il sistema per ascoltare e condividere. Vuole rappresentare una sfida cartacea al potere della virtualità che ha, però, la caratteristica di partire proprio da chi vive ed opera in quel magico mondo che rappresenta l’oggi ed il domani. Si può fare rete partendo dalla rete? Si possono mettere insieme esperienze e professionalità? Si può creare un luogo, un contenitore, un vero e proprio laboratorio all’interno del quale provocatoriamente si cominci proprio dallo studio relativo a quell’ultimo, terribilmente importante, metro di filo? Tante sono le “mancanze” che potrebbero essere elencate in uno sconfinato elenco costretto ad intersecare politica e socialità, economia e capacità progettuale. Noi vogliamo tentare di trovare un punto di equilibrio tra storia e futuro, tra passato e modernità.
La redazione di OpenTlc vuole essere una sorta di fucina di un “nuovo rinascimento” capace di parlare di intelligenza artificiale e di 5G ma anche di sottolineare che è bastato un microscopico ed invisibile virus per mettere in crisi l’intero pianeta. Domotica e robotica sembrano essere scienze messe d’improvviso in ombra dalla incapacità di battere un indefinibile nemico cui solo la ricerca messa in campo dagli uomini potrà porre rimedio e, ci auguriamo, sconfiggere quanto prima. Non vorremmo che, anche in questo caso, ad un passo dalla scoperta tutto fosse vanifica- to dalla mancanza di quel piccolo… tratto di filo. Noi possiamo e tenteremo di essere tra chi quel filo lo sostiene, lo monta, lo rende efficiente ed efficace! Faremo quadrato tra i pionieri e i nuovi esploratori, convinti come siamo, che dall’entusiasmo e dalla curiosità nascono le visioni ed i fatti che possono cambiare il mondo. Ci impegneremo affinché chi cerca risposte possa trovarle e chi vuole porre domande si ritrovi nello scenario giusto per farlo. OpenTLC sarà una piattaforma di condivisione attraverso cui poter aspirare ad arrivare finalmente alla “chiusura del cerchio”! Ci impegneremo tutti perché amiamo i sogni ed accettiamo le sfide!
Nazzareno Orlando
Direttore Responsabile OpenTLC