In un’epoca in cui tendiamo a dare per scontate le libertà di cui godiamo ogni giorno, difficilmente ci soffermiamo a riflettere sull’importanza di prendere posizione e puntare al raggiungimento degli obiettivi che ci stanno a cuore. Spesso ci consideriamo i “pesci piccoli”, ci ritroviamo ad affrontare le nostre sfide pieni di disillusione e preferiamo disertare la battaglia che si frappone tra noi e i nostri obiettivi. Così facendo, diventiamo pesci ancora più piccoli di quel che ci consideriamo e ci assicuriamo un posto in un qualche acquario, in attesa di una mano buona, aggrappati alla speranza che quella mano sempre si ricordi di noi e venga ad imboccarci, giusto il tanto che basta a garantirci la mera sopravvivenza.
Il ruolo del “pesce d’acquario” è sempre an- dato stretto ad Assoprovider, che invece, ha sempre operato nell’interesse dei professionisti che rappresenta, definendo gli obiettivi e continuando a provare fino al loro conseguimento. La determinazione del consiglio direttivo di Assoprovider è nota a tanti, ed ha provocato effetti sulla vita di ogni internauta in suolo italiano, come nel caso del raggiungimento del suo più grande traguardo, la liberalizzazione del WIFI nel 2005.
Tanta è stata la strada percorsa e non priva di ostacoli, ma il desiderio di Assoprovider tutta di ottenere la liberalizzazione del WIFI e di poter esclamare un “ce l’abbiamo fatta!” era evidentemente più forte di tutta la fatica.
In un’epoca diamo per scontate le libertà di cui godiamo, difficilmente riflettiamo sull’importanza di puntare al raggiungimento degli obietti- vi che ci stanno a cuore. Spesso ci consideriamo “pesci piccoli”, ci troviamo ad affrontare le nostre sfide pieni di disillusione e preferia- mo disertare la battaglia. Così facendo, diventiamo pesci ancora più piccoli e ci assicuriamo un posto in un qualche acquario, in attesa di una mano buona, aggrappati alla speranza che quella mano sempre si ricordi di noi e venga ad imboccarci, il tanto che basta a garantirci la mera sopravvivenza.
Questo ruolo è sempre andato stretto ad Assoprovider, che ha co- stantemente operato nell’interesse di chi rappresenta, definendo gli obiettivi e insistendo fino al loro conseguimento. La nota determina- zione del consiglio direttivo ha provocato grande effetto sulla vita di ogni internauta in Italia nel caso del raggiungimento del suo più grande traguardo: la liberalizzazione del WIFI nel 2005.
Tanta è stata la strada percorsa e non priva di ostacoli, ma il deside- rio di ottenere la liberalizzazione del WIFI e di poter esclamare un “ce l’abbiamo fatta!” è stata più forte di ogni fatica. In questo clima, nel 2005, l’ingegno dell’allora presidente di Assoprovider Matteo Fici (oggi tesoriere) si manifesta con un espediente degno di nota. Con il pretesto di augurare un buon lavoro al neo ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi, il 27 aprile Fici scrive al ministro e ne approfitta per ribadire il tema caro all’Associazione. Di seguito, un estratto della lettera:
“A due anni ormai dal rilascio della regolamentazione sull’uso del WiFi per applicazioni hot spot indoor (28/05/03), non si è ancora arrivati al giro di boa: la possibilità di applicazione outdoor è stata infatti espressamente vietata nel D.L. del 28/05/03, anche se in fase di audizione non era stata prospettata alcuna limitazione. Il ritardo conseguente registrato in Italia nell’approvare un nuovo regolamento sul wireless per l’ultimo miglio che superi i limiti imposti dal DL di cui sopra, che sia finalmente coerente con l’Europa, rimane un dato di fatto a due anni ormai dall’autorizzazione alle sperimentazioni che sin da subito hanno dato esito positivo e sulle quali si sono strutturate esperienze esaltanti, a detta anche delle Autorità per le Comunicazioni Agcom.“ Un fattore determinante nella felice conclusione di questa battaglia è da attribuire inoltre alla presenza capillare sul territorio dei soci di Assoprovider, presenti in tutta Italia, anche a Mondragone, città del ministro Landolfi, e all’imprenditore Nino Morrone, che ha accompagnato Fici ad incontrare il ministro. Probabilmente una maggiore attenzione sulle motivazioni di Assoprovider è scaturita anche da questo incontro. Ancora una volta lavoro di squadra e determinazione, l’asso nella manica dell’Associazione. È lecito chiedersi: e se il ministro fosse stato di un’altra città? La storia avrebbe avuto forse un altro finale? No, ci sarebbe stato qualche altro associato anche lì.
Matteo Fici Fondatore Assoprovider e Tesoriere