Jnos, Baycom, TstHost. Che roba è? Direte voi. Eppure, per chi oggi si trova a dirigere un’azienda che si occupa di connettività a banda larga via radio (WISP), hanno rappresentato
il primo laboratorio ed un campo di prova per spiccare il volo nella sfida di portare internet laddove sembrava impossibile.
Per Stefano Gaffi, di cui riportiamo il racconto, i programmi per la connessione via radio tra PC, lo sono stati questo laboratorio. Tutto inizia nel 1990, anno durante il quale una società svedese di telecomunicazioni di nome Unisource portò una linea da Stoccolma a Milano. Su questa, si sarebbe agganciata, da lì a poco, la bolognese DS-NET e con una linea a 64Kbps fino a La Spezia si sarebbe collegato il nodo internet di City On Line s.r.l.
Stefano, giovanissimo socio, monta un’antenna sulla sede di La Spezia in Piazzale Kennedy, installa un nodo ripetitore di pacchetti su un monte lì vicino alimentato a celle solari e, voilà:
eccolo collegato ad internet, via radio, da casa, che distava 20 km, alla folle “velocità” di 1200bps. Il mondo era sul terminale del suo PC. Una sensazione da primo uomo sulla luna, anche se i primi a connettersi, ad essere precisi, sono stati i tecnici del CNUCE a Pisa, centro universitario che lui stesso aveva frequentato da studente di Ingegneria, anni prima.
Da qui a porsi la domanda: “Perché non via radio?” il passo è stato talmente breve da anticipare e bruciare i tempi. All’inizio del 2000 sono usciti i decreti. L’anno zero in Italia per la connettività via WISP. In realtà, molti avevano giocato d’anticipo poiché in quasi tutte le nostre aziende c’è sempre stato un radioamatore in grado di “giocare” con queste tecnologie.
I primi ad essere utilizzati sono stati banali apparati da casa recuperati all’estero e con il software modificato. Finalmente, si partiva! E dopo aver dimostrato che era possibile e funzionava, ecco la s.r.l. Mancava un altro pezzo, i permessi. I dubbi erano tanti. “Qui ci ingabbiano!”
“Ho sentito di uno studio di un Avvocato, si chiama Sarzana.” “Bene, è qui vicino a noi (Sarzana è anche una cittadina che dista 15 km dalla sede della ditta).” “Ma no! Si chiama Sarzana non è di Sarzana. Chiamiamolo!” Era una missione all’inizio, non un lavoro. Un gioco che ti scappa di mano e ti coinvolge! Un’operatrice immobiliare della zona in cui operava l’azienda
appena nata non era riuscita a trattenere l’entusiasmo: “Ragazzi, non vi rendete conto di quello che avete fatto!” La sensazione di lavorare e di fare qualcosa di utile per la tua terra: sensazione impagabile!
Rispetto a quei tempi pionieristici, oggi è cambiato tutto: da clienti meravigliati e devoti a clienti esigenti, come è giusto. La fantasia ha ceduto il passo alla professionalità.
Stefano Gaffi, Socio fondatore Wifi Communication S.r.l.